Ho conosciuto Lella Lombardi grazie ad un’altra pilota per la quale mi occupavo della macchina circa nel 1982.
Anna Cambiaghi aveva preso un’auto dell’auto Delta e lei aveva corso per loro. All’epoca la Delta seguiva le auto per la formula uno e non aveva tempo di occuparsi anche della sua auto. Così le consigliò di trovarsi un meccanico dandole comunque la macchina.
Anna Cambiaghi mi chiamò e decise di darmi in carico la macchina, per prepararla alla gara che si sarebbe tenuta da lì a poco a Roma per il campionato Europeo Turismo. In quell’occasione anche Lella Lombardi avrebbe partecipato alla gara.
Lella guidava un’Alfa Romeo, ma non andava molto bene; infatti in quella gara non ha ottenuto risultati memorabili. Mi sono offerto dunque di fare alcune modifiche per farla andare più veloce, così ho preso in carico anche Lella Lombardi nel team.
Nella gara successiva, in Inghilterra, la macchina doppia il secondo. La performance è stata talmente sorprendente che il team Audi fece un reclamo per richiedere il controllo della macchina e verificare che il motore fosse conforme al regolamento.
Il team di Audi è rimasto talmente colpito dalla velocità dell’auto di Lella che temeva che il motore fosse di una cilindrata superiore a quella consentita.
In Inghilterra, una volta richiesto il controllo, si era soliti concordare una cifra tra le parti, proposta da chi è soggetto al controllo. Se poi filava tutto liscio, chi ha richiesto il controllo avrebbe dovuto pagarla all’altro. In caso contrario, se fossero state rilevate irregolarità allora io avrei dovuto pagare la somma.
Sicuro di essere nel giusto, e di aver solo apportato migliorie alla vettura proposi come cifra 6 milioni di lire. Audi credette si trattasse di un bluff per evitare il controllo e accettò.
L’indomani sarebbero arrivati gli ingegneri dalla Germania per il controllo.
Il ragionamento di Audi però era lineare: l’auto prima non andava forte anche se la gestiva la Delta, ora che la cura un meccanico di paese come ha fatto? Sicuramente avrà utilizzato un un motore 3000 anziché 2500.
I tecnici smontarono tutto e ed effettivamente verificano che l’auto era regolare. Alla fine l’ingegnere di Audi disse: “Noi ti abbiamo mancato di rispetto, potresti dirlo ai giornali per farti conoscere e mostrare la tua bravura” ma io per rispetto non dissi nulla e loro mi ringraziarono. Certo è che da quel momento in poi capitarono altri controlli, ma mai richiesti dai team Audi.
Tornammo a casa con tutto il motore a pezzi, ma tanto avrei dovuto revisionarlo comunque prima della prossima gara. La revisione è fondamentale prima di ogni gara perché ogni verifica permette di avere la macchina più performante.
Se dopo un tot di km non cambi il motore poi si rompe.
Quella in Inghilterra era la 3 gara dell’europeo e tutte le volte ci facevano controlli al motore. Con quell’auto abbiamo vinto molte gare, anche davanti a nomi come BMW.
Avere una macchina ben performante e un pilota in gamba e grintoso è la combo necessaria per raggiungere il traguardo e la vittoria.
Io ho avuto moltissimi piloti e nessuno andava forte come Lella Lombardi.
Lei aveva una sensibilità innata per capire la macchia. Percepiva ogni singola modifica, anche le più minime e impercettibili.
Le Alfa Romeo erano dell’Auto Delta ma io le avevo in prestito e mi occupavo della manutenzione.
Per ogni circuito noi dobbiamo fare l’assetto dell’auto, cambiare molle ammortizzatori. Lella ha corso sulla stessa auto del collaudatore dell’auto delta ma Lella aveva una sensibilità pazzesca nel capire la macchina e il suo assetto. Ho provato a seguire le indicazioni di entrambi, ma con quelle di Lella la macchina andava meglio. Non solo era una brava pilota in pista ma anche nella fase di preparazione era connessa all’auto in un modo speciale, precisa, sensibile e determinata. Ogni sua indicazione era specifica e apportava sempre migliorie. Spesso i piloti chiedono modifiche minime, ma poi non si accorgono di nulla ma vogliono essere ascoltati dal meccanico. Noi meccanici per farli contenti diciamo di aver fatto la modifica anche quando magari non era cambiato nulla, ma così il pilota era contento. In quei casi capisci davvero che non sentivano davvero la macchina.
Con Lella era diverso; quando non seguivo alla lettera le indicazioni lei se ne accorgeva all’istante. Lei era il meglio per ascoltare la macchina e impostare l’assetto migliore. Ho incontrati davvero pochi piloti come lei nella mia carriera. Noi abbiamo collaborato per poco più di 4 anni, prima che poi si ritirasse.