Ho conosciuto Lella nel novembre 1987. Mesi prima fu lei a cercare mio marito Bruno, che aveva conosciuto nel 1982, quando lui lavorava da Elio Imberti e lei gareggiava con l’Alfa Romeo GTV nel Campionato Europeo Turismo. Avevano condiviso due anni di successi, ma non potendo più gareggiare a “tempo pieno” (aveva già scoperto la sua malattia), decise di cercare una persona di fiducia che potesse aiutarla a rimanere nel mondo delle corse. Il suo desiderio era aprire una sua squadra e chiese a Bruno la sua collaborazione.
Noi allora abitavamo in provincia di Bergamo e lei a Crema. Lella aveva già trovato un capannone con la villetta vicino a lei e noi decidemmo di trasferirci in zona.
Ricordo ancora che il giorno del nostro incontro a Crema c’era una nebbia fittissima, come ora non ce ne sono più, e arrivando da Bergamo ci siamo persi…..telefonammo a Lella fissando un punto e lei venne subito in nostro soccorso.
Aveva un bellissimo sorriso e il primo impatto per me fu molto positivo.
Sia nella vita che come pilota era molto esigente, in primis con lei stessa e quindi la stessa attenzione e precisione la ricercava nelle persone che la circondavano. La contraddistinguevano serietà, sincerità, dedizione ma allo stesso tempo collaborazione e disponibilità all’ascolto….Era anche una buona forchetta con tanta gioia di vivere per realizzare i suoi sogni.
Quale sia stato l’evento più significativo come pilota per me è difficile da raccontare, soprattutto perché io purtroppo l’ho conosciuta a fine carriera e lei non si vantava mai dei suoi successi, nonostante ne avesse raggiunti tanti. Ogni cosa che era riuscita a realizzare l’aveva sudata e quindi era stata importante per raggiungere l’obiettivo successivo e fare sempre di più.
Ricordo che mi raccontava che i primi anni di gare, lei caricava la macchina sul furgone che lei stessa guidava e quando arrivava in autodromo, scaricava la macchina da corsa, tutto da sola. Nel furgone ci dormiva anche, così da avere qualche soldo in più da spendere per la macchina da corsa.
Diceva anche che si ricordava con gioia le gare fatte in America sui circuiti ovali e cittadini con vetture come la Chevrolet Camaro, che quasi le serviva una scala per salirci (per le ruote alte) e prendere posto alla guida. Ricordava di come la gente all’estero la riconosceva e l’apprezzava, ma anche della sua voglia di correre e farsi conoscere in Italia. Con coraggio decise di tornare a correre in Italia, ma ricordava un po’ con amarezza la difficoltà di farsi accettare in un mondo tutto maschile…
Alcune volte diceva che se fosse rimasta in America sarebbe diventata ricca e famosa per tutte le opportunità che le erano state offerte, ma aveva prevalso la sua nostalgia per l’Italia e la voglia di rivalersi in un settore prettamente maschile.
La nostra collaborazione è iniziata a fine 1987 quando, come dicevo sopra, ci siamo trasferiti a Capralba (questo era il nome del paese dove Lella aveva trovato capannone con villetta). Ricordo che era tutto da sistemare e lavorammo tantissimo fianco a fianco per far nascere la struttura e preparare le macchine per le prossime gare. Nel marzo 1988 partecipammo al Campionato Italiano Velocità Turismo (con le Ford Sierra Cosworth GRN), e fu subito un successo per tutti noi. Alla fine della stagione vincemmo il nostro primo titolo Italiano di categoria, portando al successo piloti esordienti. Negli anni a seguire vincemmo altri titoli con piloti portati in squadra da Lella.
Lei, infatti, si occupava dei piloti e degli sponsor, mentre io e Bruno e tutti i ragazzi del team gestivamo la parte organizzativa e tecnica fino alla sua scomparsa nel marzo 1992. Lella usava la sua esperienza per ascoltare e aiutare i piloti che gareggiavano per noi, rivelando anche piccoli segreti che potevano essere determinanti per sfruttare una scia o eseguire un sorpasso. La ricordo ancora mimare con le mani le due vetture appaiate per poi descrivere il sorpasso con un bellissimo sorriso, con la stessa gioia ed entusiasmo di come fosse stata veramente alla guida.
Era un ottimo pilota collaudatore e anche se non riusciva più a correre per la sua malattia, amava collaudare le macchine da noi preparate. Era davvero sensibile e attenta e riusciva a percepire la differenza di ogni piccola modifica che richiedeva fosse fatta alla macchina. Per questo spesso molti piloti si affidavano a lei per il set up della macchina, per poi risultare più veloci in gara con le modifiche da lei richieste.
Oltre che lavorare insieme abbiamo fatto anche delle belle vacanze a Lussino (isola dell’ex Jugoslavia), dove lei aveva alcuni amici e una piccola barca dalla quale amava pescare.
Ricordo una sera a cena in un ristorante all’aperto un signore seduto in un tavolo di fronte al nostro la fissava con una certa insistenza, lei si rivolse a me per esprimere il suo disagio ….il tutto si risolse in una bella risata e un autografo da parte di Lella allo sconosciuto che trovò verso fine serata il coraggio di dichiararsi come grande ammiratore di Lella. Lei così riservata e timida rimase stupita di essere stata riconosciuta.
Lella è stata una grande lottatrice sia nella vita agonistica che in privato. Quando scoprì la sua malattia (un tumore al seno) non si perse d’animo e pur di non abbandonare la sua più grande passione, fondò la Lella Lombardi Autosport per continuare a vivere il suo sogno da pilota e continuare a correre.
Io le sono stata molto vicina in quel periodo; andavamo insieme a fare le visite di controllo e con me riusciva a parlare serenamente della sua salute, riuscendo anche a “sdrammatizzare”. Ad esempio ricordo quella volta in cui dopo un ciclo di chemioterapie dove purtroppo perse tutti i capelli, insieme andammo a scegliere una parrucca e lei quel giorno si divertì a provarne di ogni lunghezza e colore, trascorrendo insieme un pomeriggio sereno.
Una frase che amava dire era: “tutto quello che hai te lo devi guadagnare con la fatica e i sacrifici perché solo così poi saprai apprezzare ogni momento di “gloria” e allo stesso tempo avrai la forza di superare le difficoltà che in ogni campo la vita ti riserva…..”
Questo è l’insegnamento che forse riassume meglio la vita di Lella.
In un mondo dove tutto sembra facile e di diritto acquisito senza faticare, è bene tenere a mente queste parole.
Alcune volte ancora oggi mi chiedo cosa direbbe Lella di questo mondo delle corse, forse dopo tanti anni per le donne non è cambiato molto. Ma guardiamo al futuro e speriamo che la sua storia riesca a contagiare con la sua grinta e la sua tenacia anche i giovani di oggi.
Ancora oggi Giusy si occupa di Lella Lombardi Autosport, gestendo la contabilità.
Il suo desiderio è quello di portare avanti Lella Lombardi Autosport così da tenere in vita la memoria di una pilota che ha dato tanto al mondo delle corse, con grinta e passione.