Intervista con Giorgio Francia
Giorgio Francia storico collaudatore Autodelta ed ex pilota automobilistico italiano. Negli anni ’80, ha avuto la possibilità di correre in coppia con Lella Lombardi, ottenendo grandi risultati. Il suo ricordo ci racconta di una donna appassionata, tenace, ma soprattutto combattente fino alla fine.
“Lella, come tutti i piloti, correva per vincere e lo faceva con passione. Era una persona tranquilla, affabile, in armonia sempre con tutti, ma quando c’era da combattere…combatteva!
Abbiamo corso un po’ in tutta Europa e, anche se non ricordo esattamente quante gare, so per certo che con lei abbiamo vinto un campionato europeo col GTV e col prototipo. Eravamo una coppia che, nelle gare di durata, era sempre davanti a combattere con tutti.
Mi sono sempre trovato molto bene e andavamo molto d’accordo. Quello che ci legava era l’armonia, non solo nelle competizioni, ma anche quando si andava a cena insieme. Con lei si poteva parlare di tutto. Era sempre un piacere stare in sua compagnia. Nel periodo in cui abbiamo collaborato, andavamo assieme alle gare, si stava insieme tutto il tempo, si discuteva in armonia dei vari problemi, ma tra noi non c’è mai stata rivalità. Non importava chi fosse più veloce, l’importante era il risultato. E noi il risultato lo avevamo.
Un punto di forza di Lella era la bravura nelle pubbliche relazioni. Sapeva portare programmi validi alle aziende e, di conseguenza, trovare sempre lo sponsor adatto per ogni gara. Io correvo con lei e non ho mai speso mezzo soldo.
Un altro suo grande pregio era la forza di saper accettare certe situazioni, anche quelle che alcuni fanno fatica ad accettare. Quando corri, il primo contro cui combatti è il tuo compagno di squadra, il tuo primo avversario è lui. Quello tra me e lei non c’era. Non importava chi fosse più veloce o trovasse soluzioni più facilmente, il nostro obiettivo era andare a vincere. Se poi era più veloce lei o io, la cosa non ci turbava, lo si accettava e si andava a correre. L’importante era essere davanti a tutti alla fine della gara. Eravamo la coppia che dava fastidio a tutti. Questa è la realtà dei fatti.
A nessuno importava che lei fosse una donna. Quando correvamo lei era al pari nostro e spesso anche superiore a molta gente. Inoltre, Lella si sapeva rapportare in modo tranquillo con tutti. Lei non ha mai posto problemi e noi non ce ne siamo mai posti.
Era coraggiosa, certo. Io credo che il coraggio ti venga quando capitano certe cose. Lella era una che combatteva sempre e ha combattuto anche la malattia. Quando sono andato a trovarla in ospedale, penso di essere stato uno degli ultimi ad averla vista, lei era lì attaccata alla vita, pronta a combattere fino all’ultimo momento. Non saprei dirti se fosse serena in quel momento, sicuramente nutriva la speranza di uscirne come tutti quelli che combattono. Lei era una combattente, quindi sicuramente sperava di uscirne.