Paul Kooyman

Paul Kooyman è un fotografo amatoriale che negli anni ha immortalato moltissime gare sui circuiti mondiali



Intervista a Fabrizio Viscardi

Ebbi modo di correre con Lella Lombardi nel 1966 con le monoposto di F.875 Monza. Corse che avvenivano sia in gare diurne che notturne. A Monza ed a Vallelunga.

Questa formula, propedeutica, non abituava certamente a controllare le grandi potenze ma aveva il notevole pregio di abituare i piloti a gestire le corse considerando la presenza continua di gruppi di vetture con i cui piloti vi era un reiterato confronto in pista e, perciò, occorreva costantemente gestire il prosieguo della gara con lucidità e freddezza stante la grande possibilità di creare incidenti che, peraltro, erano abbastanza frequenti a causa dei non pochi piloti un po’ esuberanti.

Queste erano monoposto particolari in quanto derivanti da una giardinetta Fiat dalla quale traevano tutte le componenti essenziali per cui, ad esempio, l’impianto frenante era notevolmente sopra dimensionato in relazione al fatto che la monoposto F Monza aveva una massa di soli 400 Kg e questo implicava un uso attentissimo nelle frenate al limite per il rischio di bloccaggi e quindi di trasformare l’attrito volvente in radente con conseguenze evidentemente negative. Altresì il rapporto peso potenza non era un gran che, praticamente un HP per 10 Kg di massa, e ciò implicava una particolare attenzione di guida onde non disperdere energia in inutili derapate o quant’altro.

Senza dilungarmi molto in problematiche tecniche fuorvianti nel caso di specie ma che sono, tuttavia, il prodromo per poter asserire che queste monoposto non davano la maggior resa con piloti irruenti, bensì con piloti riflessivi abituati a risolvere con freddezza e professionalità tutte le situazioni di gara, in continuo divenire con il procedere dei giri. Mi piace rilevare che la Lella aveva tutte quelle caratteristiche necessarie perché un pilota potesse avere un seguito nella attività professionale, cosa poi accaduta a questa singolare ragazza, pilota automobilistica.

La ricordo come una ragazza apparentemente minuta e fragile ma, in realtà, era una persona determinata a fare delle corse automobilistiche il suo motivo di essere.

La Lella era di una finezza, di una grazia e di una gentilezza estreme ma, comunque, determinata con ostinazione a perseguire gli scopi che si era prefissata ad onta delle terribili difficoltà che tale professione implicava ed implica tutt’oggi.

Quando in gara vedevo la monoposto n. 29 a me vicina, sapevo che era la Lella e ciò mi rendeva molto tranquillo poiché la presenza e la vicinanza in pochi metri di un pilota con la testa da vero professionista era motivo per me di gustare la gara che si stava consumando sotto le ruote!

Queste monoposto, già da allora, avevano comportamenti non sempre antropometrici per  cui i corpi dei piloti erano assoggettati a forze che comportavano tensioni in più distretti, ad esempio, spalle, braccia e schiena. I piloti più preparati e reattivi erano quelli più “palestrati” e con un apparato psichico e neurologico perfetti.

La Lella aveva, evidentemente, tutte queste caratteristiche considerando che nella sua interessante carriera è riuscita ad arrivare alla  formula uno, effettuando in tale categoria una dozzina di gare e forse più, con il primato di essere stata l’unica donna, in tutta la storia della massima categoria, ad ottenere un punteggio nel mondiale piloti e che, anche per questo, è entrata nella storia del campionato mondiale di formula uno.

Maria Grazia Lombardi, chiamata Lella, ora corre negli interspazi siderali dell’Universo infinito ma sono certo che laddove sulla Terra vi è una pista, un rombo di motori ed un profumo di pneumatici e di olio bruciati, là la cara Lella è presente nella ricordanza di un tempo che fu e per il quale ebbe duramente a lottare con successo!


Fabrizio Viscardi è un pilota che ha corso F.875 MONZA ALLA VARIANTE JUNIOR – ANNO 1966 SCUDERIA JOLLY CLUB MARIO ANGIOLINI, gara in cui era presente anche Lella Lombardi.


Intervista a Barbara Gramolotti

Com’è entrata in contatto con la storia di Lella Lombardi fino ad appassionarsene?

Mi occupo di promozione del territorio per il distretto del Novese.

Leggendo un libro che raccontava anche di Lella Lombardi, mi sono accorta dell’eccezionalità di lei e della sua storia.

Approfondendo il mio interesse per questa storia, continuo ad informarmi e mi accorgo che non si raccontava mai di lei. Da qui nasce l’entusiasmo di scoprire di più, approfondire e conoscere chi fosse davvero Lella Lombardi.

Per sapere di più sulla storia di Lella Lombardi mi sono messa in contatto con Giusy di Lella Lombardi Autosport e da lì nasce l’idea di organizzare qualcosa per ricordare Lella lombardi.

L’idea pian piano prende forma, organizzando una mostra al museo dei Campionissimi di Novi ligure.

In più per mantenere viva la memoria di Lella Lombardi ma soprattutto il suo coraggio, la sua tenacia e la sua grinta in pista, ho fatto confezionare da un fabbro piemontese un modellino della sua macchina per consegnarla ogni anno come riconoscimento simbolico da parte del distretto novese al pilota emergente che si sarà distinto per grinta e passione in pista, ricordando proprio la forza e la tenacia di Lella Lombardi così da portare avanti il suo nome e renderle omaggio.

Per arricchire l’evento ho cercato di invitare persone a lei vicine e di raccogliere alcuni cimeli, come tute da corsa e ho provato a contattare Lavazza per il casco che ha usato per correre, ma quella collezione ormai era andata all’asta.

Durante la serata dedicata a Lella Lombardi al museo Campionissimi, ha assistito al racconto a più voci di quanti l’hanno conosciuta nelle diverse fasi della sua vita sportiva, cosa l’ha colpita di più dei racconti di quella sera su Lella?

Erano tutti molto contenti, finalmente soddisfatti ed emozionati di riconoscere giustamente Lella, la sua persona, i suoi successi. Erano tutti entusiasti di partecipare alla serata, perché è giusto puntare il riflettore su chi ha avuto una storia così di successo come pilota e non solo.

È stato emozionante, c’erano persone di tutte le età, speriamo che una ricorrenza del genere si possa ripetere in futuro. Magari con ancora più persone per far conoscere e apprezzare la sua storia ancora di più.

Un momento molto toccante è stato rivedere il video della giornata a Barcellona in cui lei ha fatto il mezzo punto emozionante, Giusy con gli occhi lucidi; faceva effetto sapere della sua grande impresa e poi parlarne al museo dei campionissimi, perché sembrava come di assistere al  compimento di qualcosa di grande e bello.

La mostra ha avuto notevole successo. Ci sono state tantissime visite da Torino e dai paesi limitrofi ma anche dalla Lombardia.

Dopo aver approfondito la storia di Lella Lombardi, come la descriveresti? Conosci qualche aneddoto?

Dopo aver approfondito la sua storia ed essere entrata a contatto con chi la conosceva, ho potuto conoscere di più Lella anche dal punto di vista umano.

Giusy racconta di Lella come una persona molto umile, dalle capacità straordinarie, timida e insicura nel privato ma non alla guida. Infatti era soprannominata “una tigre di Torino” perché una volta alla guida spariva ogni paura.

Ricorda anche un altro episodio che dimostra l’umiltà e l’insicurezza di questa donna.  Premetto che in quel periodo Lella era malata di cancro, la malattia che l’ha portata via ancora troppo giovane. Si trovavano in un ristorante, Lella e Giusy e un signore la fissava. Giusy subito ha detto “Ti ha riconosciuto!  Vuole l’autografo!”, invece Lella ha pensato che fosse in disordine per la parrucca messa male. Tanto che era timida e disagio, non riusciva neanche a mangiare perché lui le guardava. Giusy è andata dal signore e lui ha confessato di essere un patito di Formula 1 e che aveva riconosciuto a colpo d’occhio Lella e voleva un autografo.

Anche questo breve aneddoto sottolinea la semplicità di una donna umile che non si atteggiava, neanche dopo tutti i suoi traguardi come pilota.

Ha sempre avuto la forza di combattere per le sue passioni, contro tutti anche con il paese. Inizialmente preferiva nascondersi per non far sapere che andava a fare le gare. Per le prime gare si è comprata la macchina a rate. Questo ancora una volta dimostra la sua umiltà ma anche la forza di scommettere tutto sul suo sogno. Intimante era una persona molto fragile e umile, ma tutt’altra cosa in pista. Possiamo dire due persone in una.


Barbara Gramolotti si occupa di promozione del territorio per il distretto del Novese.