La Biraghi 850
La formula 850 di Lella Lombardi ha avuto una nuova vita e torna a correre nei circuiti.
Luciano Biraghi costruì dal 1966 al 1968 alcune vetture formula 850, delle quali 9 furono iscritte alla CSAI.
Di queste 9 vetture, 2 (la 67.4 e la 67.5) le intestò a se stesso e le mise a disposizione dei suoi piloti, mentre le altre le vendette a piloti privati.
A partire dal 1967 Lella Lombardi partecipò ad alcune corse, sia in pista che in salita, con una delle due vetture che Luciano Biraghi tenne per il team, la 67.4
Nel 1968 Luciano Biraghi costruì le ultime 2 vetture, delle quali una appositamente per Lella. La vettura aveva il numero di telaio 68.1 e nel certificato d’origine c’è come primo intestatario proprio Lella Lombardi.
L’auto dei campioni
Con questa vettura Lella Lombardi ha sempre gareggiato dal 1967 al 1969, raggiungendo con lei molti traguardi anche importanti. Infatti, vinse il campionato italiano nel 1970 vincendo 4 gare e arrivò seconda nel 1971 vincendo una gara.
Poi la vettura fu acquistata da Orazio Ragaiolo che vinse il campionato italiano nel 1972 vincendo 4 gare e una gara nel 1973.
Successivamente passò a Giacomo Ballarino che vinse una gara nel 1975 e una gara nel 1977, ultima stagione del campionato f850.
Nel 2019 la vettura è stata acquistata da Tommaso Bussani con cui gareggia tutt’oggi in alcuni circuiti.

Fortemente appassionato per queste straordinarie vetture, per i loro incredibili costruttori e piloti che per oltre dieci anni hanno animato un campionato nutrito e combattuto come nessun altra categoria ha mai fatto, Tommaso Bussani, insieme ad alcuni amici di Perugia, decide di dare vita al Registro Formula 850.
Da qui il desiderio di mettersi alla ricerca di una formula 850. Dopo varie ricerche finalmente trova una Biraghi a Monza, molto bella e ben tenuta, restaurata 10 anni prima.
Da vero appassionato, vede 68.1 sul telaio e si informa per ottenere il certificato di origine dell’ACI sport e scoprire la storia di quell’auto.
Così ha saputo di possedere un’auto di Lella Lombardi e decide di informarsi di più su di lei e sulle competizioni a cui ha partecipato.
Entra in contatto anche con Luciano Biraghi, costruttore dell’auto stessa, dal quale viene a conoscenza di molti aneddoti, sulle corse e sulle vetture.
Ad oggi Tommaso continua a correre con la formula 850 di Lella Lombardi mantenendo vivo il suo spirito grintoso in pista. Ha partecipato alla prima edizione del rinato trofeo formula 850 nel 2021 vincendo 2 gare e arrivando secondo nella classifica generale.
Prima

Dopo

Luciano Biraghi e Lella Lombardi
Nel video, Luciano Biraghi racconta il periodo in cui costruiva le auto formula 850 tra cui quella con cui ha corso anche Lella Lombardi.
Intervista a Fabrizio Viscardi
Ebbi modo di correre con Lella Lombardi nel 1966 con le monoposto di F.875 Monza. Corse che avvenivano sia in gare diurne che notturne. A Monza ed a Vallelunga.
Questa formula, propedeutica, non abituava certamente a controllare le grandi potenze ma aveva il notevole pregio di abituare i piloti a gestire le corse considerando la presenza continua di gruppi di vetture con i cui piloti vi era un reiterato confronto in pista e, perciò, occorreva costantemente gestire il prosieguo della gara con lucidità e freddezza stante la grande possibilità di creare incidenti che, peraltro, erano abbastanza frequenti a causa dei non pochi piloti un po’ esuberanti.
Queste erano monoposto particolari in quanto derivanti da una giardinetta Fiat dalla quale traevano tutte le componenti essenziali per cui, ad esempio, l’impianto frenante era notevolmente sopra dimensionato in relazione al fatto che la monoposto F Monza aveva una massa di soli 400 Kg e questo implicava un uso attentissimo nelle frenate al limite per il rischio di bloccaggi e quindi di trasformare l’attrito volvente in radente con conseguenze evidentemente negative. Altresì il rapporto peso potenza non era un gran che, praticamente un HP per 10 Kg di massa, e ciò implicava una particolare attenzione di guida onde non disperdere energia in inutili derapate o quant’altro.
Senza dilungarmi molto in problematiche tecniche fuorvianti nel caso di specie ma che sono, tuttavia, il prodromo per poter asserire che queste monoposto non davano la maggior resa con piloti irruenti, bensì con piloti riflessivi abituati a risolvere con freddezza e professionalità tutte le situazioni di gara, in continuo divenire con il procedere dei giri. Mi piace rilevare che la Lella aveva tutte quelle caratteristiche necessarie perché un pilota potesse avere un seguito nella attività professionale, cosa poi accaduta a questa singolare ragazza, pilota automobilistica.


La ricordo come una ragazza apparentemente minuta e fragile ma, in realtà, era una persona determinata a fare delle corse automobilistiche il suo motivo di essere.
La Lella era di una finezza, di una grazia e di una gentilezza estreme ma, comunque, determinata con ostinazione a perseguire gli scopi che si era prefissata ad onta delle terribili difficoltà che tale professione implicava ed implica tutt’oggi.
Quando in gara vedevo la monoposto n. 29 a me vicina, sapevo che era la Lella e ciò mi rendeva molto tranquillo poiché la presenza e la vicinanza in pochi metri di un pilota con la testa da vero professionista era motivo per me di gustare la gara che si stava consumando sotto le ruote!
Queste monoposto, già da allora, avevano comportamenti non sempre antropometrici per cui i corpi dei piloti erano assoggettati a forze che comportavano tensioni in più distretti, ad esempio, spalle, braccia e schiena. I piloti più preparati e reattivi erano quelli più “palestrati” e con un apparato psichico e neurologico perfetti.

La Lella aveva, evidentemente, tutte queste caratteristiche considerando che nella sua interessante carriera è riuscita ad arrivare alla formula uno, effettuando in tale categoria una dozzina di gare e forse più, con il primato di essere stata l’unica donna, in tutta la storia della massima categoria, ad ottenere un punteggio nel mondiale piloti e che, anche per questo, è entrata nella storia del campionato mondiale di formula uno.
Maria Grazia Lombardi, chiamata Lella, ora corre negli interspazi siderali dell’Universo infinito ma sono certo che laddove sulla Terra vi è una pista, un rombo di motori ed un profumo di pneumatici e di olio bruciati, là la cara Lella è presente nella ricordanza di un tempo che fu e per il quale ebbe duramente a lottare con successo!
Fabrizio Viscardi è un pilota che ha corso F.875 MONZA ALLA VARIANTE JUNIOR – ANNO 1966 SCUDERIA JOLLY CLUB MARIO ANGIOLINI, gara in cui era presente anche Lella Lombardi.